Boito (Arrigo) dans Loxias-Colloques


Articles


Loxias-Colloques | 17. Arrigo Boito cent ans après

« Un meraviglioso problema di scienza », « un fatale argomento di dramma » : “Il pugno chiuso” di Arrigo Boito

Le poing fermé de Arrigo BoitoLa nouvelle « Le poing fermé », d’Arrigo Boito, révèle de nombreuses pistes interprétatives : on pourrait la considérer comme un récit fantastique, un compte rendu scientifique aussi bien que comme un conte ésotérique. Cet article se propose de montrer qu’aucune des possibles hypothèses interprétatives ne peut être exclue de façon définitive : au contraire, elles coexistent et résonnent avec la même intensité en dialogue avec les autres œuvres de cet auteur. "A wonderful problem of science”, "a fatal subject of drama": Arrigo Boito’s Il pugno chiusoArrigo Boito's short story "The Closed Fist" reveals many interpretative leads: it could be considered a fantastic tale, a scientific account as well as an esoteric tale. This article proposes to show that none of the possible interpretative hypotheses can be definitively excluded: on the contrary, they coexist and resonate with the same intensity in dialogue with the author's other works. « Storia fantastica», oppure racconto della « condition seconde », della « malattia dell’Altro » ? Resoconto scientifico di un caso di « stimmatizzazione » quale « reazione delle idee sull’organismo », oppure « stigmata diabolica » che rimanda a interpretazioni esoteriche ? Sono queste alcune delle domande che la quête attorno alla quale Boito intesse la sua sapiente tela narrativa ci pone, piste aperte ch’egli si diverte a tracciare lasciando al lettore la scelta di percorrerle fino in fondo oppure abbandonarle. L’intervento si propone di dimostrare come Il pugno chiuso appaia, nell’universo creativo boitiano, una galassia di pianeti-temi che, da un lato, dialogano con le altre opere di questo autore e dall’altro – grazie all’attenta architettura narrativa e all’accurata quanto suggestiva scelta lessicale di Boito – invitano il lettore, di pagina in pagina, se non di riga in riga, a interrogarsi, a formulare ipotesi interpretative che non si escludono mai ma, al contrario, convivono e risuonano tutte con pari intensità.

Consulter l'article

Nerone, l’opera (di una vita) incompiuta di Boito

Nerone, l’opéra (d’une vie) inachevé de BoitoEn 1860 déjà, Boito commence à ébaucher un Nerone musical mais ce n’est qu’en 1901, l’année de la mort de Verdi, qu’il publie sa tragédie en quatre actes Nerone, sans toutefois jamais achever l’orchestration. Complété par Arturo Toscanini, Antonio Smareglia et Vincenzo Tommasini, qui essaient de suivre les indications laissées par Boito, l’opéra est créé à la Scala de Milan le 1er mai 1924, avec un grand succès, et jusqu’à nos jours il a été gravé sur disque six fois. Dans cet article on s’interroge sur la genèse, la très laborieuse ‘gestation’ ainsi que sur la création (posthume) de l’opéra. Nerone, Boito’s unfinished opera (of a lifetime)Already in 1860, Boito began to sketch a musical Nerone, but it was not until 1901, the year of Verdi's death, that he published his tragedy Nerone, in four acts, without ever completing the orchestration. Completed by Arturo Toscanini, Antonio Smareglia and Vincenzo Tommasini, who try to follow the remarks left by Boito, the opera was premiered at La Scala in Milan on May 1st, 1924, with great success, and until today it has been recorded six times. In this article we question the genesis, the very laborious ‘gestation’ as well as the creation (posthumous) of the opera. Già nel 1860 Boito comincia ad abbozzare un Nerone musicale ma è soltanto nel 1901, anno della morte di Verdi, che pubblica la tragedia Nerone, in quattro atti, senza però mai completarne la partitura. Il Nerone, completo nello spartito ma non interamente strumentato, viene ultimato da Arturo Toscanini, Antonio Smareglia e Vincenzo Tommasini che tentano di seguire le indicazioni e le annotazioni lasciate da Boito. L'opera è rappresentata per la prima volta alla Scala il 1º maggio 1924, con grande successo, e vanta fino a oggi sei incisioni discografiche. In questa sede ci s’interroga sulla genesi e sul parto (postumo) travagliato dell’opera.

Consulter l'article

« Ubbie frivole e fantastiche ». Appunti linguistici su una lettera di Arrigo Boito

Cet article propose une analyse historico-linguistique de l’écrit polémique d’Arrigo Boito A sua Ecc. il Ministro della Istruzione publica. Lettera in quattro paragrafi, publié dans le journal Il Pungolo le 21 mai 1868 et adressé au ministre Emilio Broglio. Après avoir contextualisé la lettre, l’étude montre de manière ponctuelle que la caricature de la politique linguistique du ministre révèle non seulement la distance qui sépare Boito de la théorie de l’usage d’Alessandro Manzoni, mais aussi certains malentendus. Ensuite, l’article souligne les raisons socioculturelles de l’« antifiorentinisme » boitien : la lettre de l’écrivain scapigliato apparaît finalement comme révélatrice d’un « antimanzonisme » qui, au-delà de l’intolérance personnelle, s’élève de plusieurs côtés au cours de ces années contre une politique linguistique perçue comme imposée d’en haut, autoritaire et contraire aux besoins réels du pays. The paper proposes a historical-linguistic analysis of Arrigo Boito’s controversial letter A sua Ecc. il Ministro della Istruzione publica. Lettera in quattro paragrafi, published in Il Pungolo on May 21, 1868 and addressed to the Minister Emilio Broglio. This study contextualizes the letter and shows that the caricature of Broglio’s linguistic policy reveals not only Boito’s distance from Alessandro Manzoni’s theory of use, but also some misunderstandings. Then, the paper explores and underlines the socio-cultural reasons of Boito’s “antifiorentinism”. Eventually, the letter appears to be a significant example of “antimanzonism”: a position which, beyond the writer’s personal intolerance, arose in those years against a linguistic policy perceived as imposed by force, overbearing and inadequate to the real needs of the country. L’articolo propone un’analisi storico-linguistica dello scritto polemico di Arrigo Boito A sua Ecc. il Ministro della Istruzione publica. Lettera in quattro paragrafi, apparso su Il Pungolo il 21 maggio 1868 e rivolto al Ministro Emilio Broglio. Dopo aver contestualizzato la lettera, si mostra che la caricatura linguistica del fiorentinismo di Broglio rivela, a uno studio puntuale, non solo la distanza di Boito dalla teoria dell’uso di Alessandro Manzoni, ma anche alcune incomprensioni. Si sottolineano allora le ragioni socio-culturali dell’antifiorentinismo boitiano. L’intervento dello scrittore scapigliato appare in ultimo espressione significativa di un antimanzonismo che, al di là delle insofferenze personali, si levò da più parti in quegli anni contro una politica linguistica percepita come imposta dall’alto, prepotente e contraria alle reali esigenze del Paese.

Consulter l'article

« Credere “con fermo cuor” […] in un mucchio di cose incredibili »: Arrigo Boito fra le teche della Wunderkammer

Sebbene non compaia nell’Atlante del Novecento Italiano, Arrigo Boito è, con il suo Nerone, uno degli autori scelti da Sanguineti per contribuire a comporre il Ritratto del Novecento, più precisamente nel preludio della tessera 17. E Boito, autore del « Verdi ultimo » (« Otello e, particolarmente, Falstaff »), interessa Sanguineti anche « come musicista », ma « non tanto per il Mefistofele, quanto per il Nerone ». Questo perché il personaggio Mefistofele viene letto da Sanguineti « come “momento” di Faust », come parte di « un destino umano » che non è più possibile « pensare come un tutto » : « personaggio in progress » dotato di « piacere metamorfico », « eroe “incommensurabile” […] minacciato dalla potente astrazione semplificatrice » del “faustismo” subisce infinite riscritture. E di riscritture, o meglio di riuso, si parla anche a proposito delle schede che nella Sanguineti’s Wunderkammer riguardano Boito, sia come autore che come oggetto di riflessione linguistica. « Croire "avec un cœur ferme" [...] en un tas de choses incroyables » : Arrigo Boito à travers les vitrines de la Wunderkammer...Arrigo Boito ne fait pas partie des auteurs répertoriés dans l’Atlante del Novecento italiano, mais son œuvre Nerone apparaît dans le Ritratto del Novecento de Sanguineti, plus précisément dans le prélude de la fiche 17. Sanguineti s’intéresse donc à Boito musicien davantage qu’à Boito écrivain et il s’intéresse à Nerone davantage qu’à Méphistophélès puisque le personnage de Méphistophèlès et considéré par Sanguineti comme une réécriture de Faust. De réécriture, ou de réutilisation, on parle aussi à propos des fiches qui concernent Boito dans la Sanguineti’s Wunderkammer. « Credere “con fermo cuor” […] in un mucchio di cose incredibili » : Arrigo Boito among the Wunderkammer cases.Although he does not appear in the Atlante del Novecento Italiano, with his Nerone, Arrigo Boito is one of the authors chosen by Sanguineti to compose the Ritratto del Novecento, more precisely in the prelude to the card 17. And Boito, author of « Verdi ultimo » (« Otello e, particolarmente, Falstaff »), is interesting for Sanguineti also as a musician, but « non tanto per il Mefistofele, quanto per il Nerone ». This is because the character Mephistopheles is read by Sanguineti as « “momento” di Faust », as a part of « un destino umano » which is no longer possible « pensare come un tutto » : « personaggio in progress » endowed with « piacere metamorfico », « eroe “incommensurabile” […] minacciato dalla potente astrazione semplificatrice » of ‘faustism’ is rewritten infinite times. Those rewrites, or rather reuses, are the focus of the speech even in the analysis of the entries concerning Boito, both as author and as an object of linguistic reflection, kept in the Sanguineti’s Wunderkammer.

Consulter l'article